*****Fu sopratutto a chiese e conventi che Bianca Maria rivolse il suo mecenatismo, sia sotto forma di donazioni a istituti già esistenti, sia nella fondazione di nuove chiese. È curioso notare come queste ultime siano tutte posteriori alla nascita dell’ultimo figlio, quasi fossero per la duchessa un prolungamento del suo ciclo creativo.
Fra le chiese erette da Bianca spicca quella dedicata a San Niccolò da Tolentino, protettore dei matrimoni, che lei volle far costruire addossata a Santa Maria incoronata –il tempio fondato in ricordo dell’ingresso a Milano- costituendo così un unico complesso a doppia facciata, simbolo di una coppia solidamente affiata, che nonostante le crisi e gli ostacoli affrontava giorno per giorno la vita nel reciproco appoggio.
Ne affidò l’esecuzione a Pietro Antonio Solari, figlio di Guiniforte che aveva edificato la prima. L’unita dello stile rendeva manifesto il simbolo rappresentato dalle due chiese affiancate e testiomina anche il gusto personale di Bianca Maria per il codice estetico del gotico lombardo.
Anche le atre chiese di Milano commisionate da Bianca Maria, cioè San Pietro in Gessate per i Benedettini e Santa Maria della Pace dietro suggerimento del francescano portoghese Amedeo Menez da Silva, altra grande figura di rreligioso molto vicina alla duchessa, rispecchiano lo stile dei Solari, ispirato alla tipologia lombarda trecentesca.
Filateriana, invece, appare Santa Maria in Bressanoro, fatta costruire da Bianca Maria presso Castelleone, uno dei suoi luoghi di villeggiatura prediletti. La chiesa è a pianta centrale, con cinquie cupole –schema claro al Filarete- e il pennacchio sembra coincidere con quello disegnato dall’ architetto per il Duomo della sua città ideale, la Sforzinda.
La chiesa sentimentalmente più cara a Bianca Maria fu però San Sigismondo di Cremona, che fece erigere a partire dal 1463 sul luogo della cappella dove si era sposata e per al quale interpellò ancora il Filarete, ma che fu poi realizzata dal cremonese Bartolomeo Gadio. Chiesa e convento furono affidati a un ordine religioso da lei protetto, i monaci betlemiti di San Gerolamo, alle preghiere dei quali affidò il rendimento di grazie per la realizzazione dei sogni espressi in quello stesso luogo vent’anni prima.
Maybe, We need understand better the relationship between "i monaci betlemiti di San Gerolamo" and the umigliati of the Abazia di Chiaravalle.